Nella Basilicata che vuole rendersi sempre più attrattiva pure il Carnevale diventa strumento di promozione. Le maschere della tradizione si rinnovano e fanno squadra. Da due anni è nata una rete di otto Carnevali lucani che hanno avuto la loro consacrazione quest’anno con una sfilata tenuta a Matera, nell’anno in cui la città lucana è capitale europea della cultura. Sono maschere definite ”antropologiche e a valenza culturale” che vogliono rappresentare l’intima essenza delle piccole comunità e rimandano alla natura, all’agricoltura e alla transumanza. I Comuni coinvolti sono Montescaglioso, Tricarico, Aliano, Lavello, Satriano di Lucania, Teana, Cirigliano ed i suonatori del campanaccio di San Mauro Forte.
Ciascun Carnevale è caratteristico. Le maschere cornute di Aliano, il Carnevale dei mesi e delle stagioni di Cirigliano, la maschera del Domino di Lavello, il Carnevalone di Montescaglioso, il Rumita (eremita) o uomo albero di Satriano di Lucania, i Campanacci di San Mauro Forte, l’Urs (orso) di Teana, le maschere del toro e della mucca di Tricarico. In Basilicata il Carnevale è già iniziato da metà gennaio, in concomitanza con i riti di Sant’Antonio Abate. Uno degli appuntamenti più attesi è il 3 marzo, a Satriano, con la foresta che cammina, vale a dire un grande raduno con sfilata di uomini-alberi, vale a dire il ”rumita” che è una maschera interamente vegetale. Ha avuto un’evoluzione molto particolare in meno di un decennio, rappresenta la simbiosi con la natura e lancia un messaggio di salvaguardia del pianeta.
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